FLAI - Free Lance Associazione Italiana
IFTAJ - International Federation of Tourism Authors and Journalists

FLAI - Free Lance Associazione Italiana
IFTAJ - International Federation of Tourism Authors and Journalists


Archivio News 2024


Archivio News 2023


Archivio News 2022


Archivio News 2021


Archivio News 2020


Archivio News 2019


Archivio News 2018


Archivio News 2017


Archivio News 2016


Archivio News 2015


Archivio News 2014



Archivio News 2024


Archivio News 2023


Archivio News 2022


Archivio News 2021


Archivio News 2020


Archivio News 2019


Archivio News 2018


Archivio News 2017


Archivio News 2016


Archivio News 2015


Archivio News 2014


FLAI News 2014


Università degli Studi di Siena. Conferenza Stampa dell’Asp di Agrigento sulla diffusione di un tumore benigno del colon. Un caso clinico

di Giacomo Glaviano

Al Verdura Resort di Sciacca l’Azienda Sanitaria Provinciale di Agrigento ha tenuto una conferenza stampa sullo studio effettuato presso l’Università degli Studi di Siena, dipartimento di biotecnologie mediche, dal prof. Giorgio Bianciardi, docente di patologia generale, sulla diffusione del tumore benigno del colon.



Dopo l’indirizzo di saluto del direttore generale Salvatore Lucio Ficarra che ha evidenziato l’attenzione rivolta dall’Asp nei confronti degli utenti per la possibilità del diffondersi del male oltre i limiti in cui si sono originati e di sopravviversi, prerogativa dei tumori maligni, è seguita la prolusione del dottor Domenico Macaluso, responsabile di endoscopia digestiva del presidio ospedaliero di Ribera.

Il tutto è scaturito da due crociere oceanografiche effettuate nel 2006 e 2012 dal dottore Macaluso, il quale a bordo della ISS dell’Agenzia Spaziale Italiana ha proceduto a delle sperimentazioni per gestire emergenze chirurgiche nello spazio, ricorrendo a tecniche di chirurgia mini-invasiva, coniugate alla robotica.

Nel corso di queste immersioni il dottore Macaluso ha identificato uno dei più grandi crateri di fango sottomarini, un pockmark del diametrio di 1000 metri, formatosi per l’esplosione di una sacca di metano.Durante lo studio di questo vulcanesimo sedimentario è stato rilevato che in questi ambienti caratterizzati da estrema ipossia, prosperano colonie di batteri che per le condizioni ambientali dove vivono sono chiamati estromofili e sono uguali a quelli che vivono nel nostro grosso intestino, dove analogamente ai fondali marini, intervengono nella metano-genesi.

Le stesse condizioni ambientali di ipossia che si riscontrano in questi bacini anossici subacquei – ha detto Macaluso – caratterizzano l’ambiente dell’ultimo tratto dell’intestino, il colon, con pressioni parziali dell’ossigeno, che decrescono; ha notato sopratutto, che la tendenza dei tumori benigni, cioè degli adenomi, a degenerare in tumori maligni (adeno-carcinomi), cresce esponenzialmente e si avvicina alla parte terminale dell’intestino.

Lo studio effettuato dal prof. Bianciardi e dalla sua equipe all’Ateneo di Siena, ha dato conferma non esclusivamente all’evidenza visiva, cioè all’osservazione endoscopica del frammento di adenoma adeso alla parete del colon, per mezzo di vasi sanguigni neo-formati (osservazione confortata dall’esame istologico delle due neoformazioni, effettuate dal dottor Fabrizio Italia, patologo del Laboratorio Oncopath di Augusta, presente alla conferenza stampa),ma sopratutto grazie ad un raffronto che si è avvalso di una delle tecniche più avanzate di indagini, il confronto biometrico multifrattale.

Secondo il prof. Bianciardi il riscontro di un caso clinico nel quale si descrive il rinvenimento di un frammento di un tumore benigno, un edenoma del colon, che staccatosi dalla lesione madre, sopravvive a distanza grazie alla formazione di una rete di vasi che lo alimenta, sconvolge tale concetto di malignità, con ricadute anche in termini di approccio terapeutico ai tumori benigni del colon.

Quindi se un singolo caso non può essere sufficiente a dare certezze sulla possibilità che anche un tumore benigno possa diffondersi come fa un cancro, questo riscontro presenta forti evidenze che tendono a dimostrare che questo fenomeno possa essersi manifestato: evidenza visiva, esame istologico e confronto quantitativo biometrico.In fase avanzata di studio vi sono altri 7 casi clinici, che confermano questo dato, ma è incontestabile, che sono necessari approfondirti studi sperimentali, per confermare questa ipotesi, studi auspicabili, relativamente all’approccio terapeutico di queste patologie.

Sul delicato argomento sono intervenuti i dottori Alfredo Butera e Giuseppe Tornambè, rispettivamente dirigenti dell’Unità Operativa di Oncologia medica del San Giovanni di Dio di Agrigento e della Chirurgia Generale del Paolo II di Sciacca, i quali hanno stigmatizzato: l’importanza è enorme non solo in campo sanitario ma anche a livello sociale:sono migliaia le endoscopie del colon-retto che vengono effettuate annualmente in Italia, milioni nel mondo.

In conclusione la scoperta non riguarda solo il trattamento endoscopico dei polipi benigni del colon, ma ha relazione anche con il recente orientamento di trattare i carcinomi superficiali del colon (lesioni maligne), ma non interventi chirurgici, ma con la resezione enoscopica. Una non accurata rimozione anche dei più piccoli frammenti di un polipo, dopo la sua resezione endoscopica, potrebbe farlo diffondere a valle dell’area di resezione; ma nel caso di resezione di carcinomi superficiali, si favorirebbe la loro diffusione metastatica.


 Pagina: 1 - 2 - 3 - 4 - 5 - 6 - 7 - 8 - 9 - 10 - 11 - 12 - 13 - 14 - 15 - 16 - 17 - 18 - 19 - 20 - 21 - 22 - 23 - 24 - 25 - 26 - 27 - 28 - 29 - 30 - 31 - 32 - 33 - 34 - 35 - 36 - 37 - 38 - 39 - 40 -

Powered by MMS - © 2017 EUROTEAM