La Comunità Italiana di Salvador-Bahia festeggia l’ultracentenario siciliano-baiano Pasquale Parla
di Salvatore Dimino 26 maggio 2015
In Brasile, tra la prima e la seconda guerra mondiale, sono arrivati molti italiani, sia dal Sud che dal Nord Italia. Oggi gli italiani, compresi quelli di origine, ammontano a circa 30 milioni ed il maggior numero vive nel Sud del Brasile. Essi erano provenienti, principalmente, dalla Sicilia, dalla Campania, dalla Calabria e comunque del Sud-Italia, invece, nello Stato di Bahia e Salvador, arrivavano gli italiani del Nord e fra questi il Sig. Pasquale Parla, “l’agrigentino-baiano”.

Conversare con lui è stato molto interessante, il suo racconto ed i suoi aneddoti meriterebbero essere raccontati tutti, però non basterebbe un intero giornale.
Egli vive a Salvador, da oltre cinquanta anni, con la sua famiglia, è nato a Siculiana, provincia di Agrigento, il 21 gennaio del 1914. Una provincia dove sono nati grandi personaggi della letteratura italiana e mondiale: il premio Nobel, per la letteratura, Luigi Pirandello, Leonardo Sciascia, Andrea Camilleri.
In questa città della Sicilia occidentale, Pasquale Parla visse per circa 20 anni. Molte erano le ambizioni, però quella piccola città offriva poche opportunità, per un futuro dignitoso. Infatti, in quel periodo del dopoguerra, la crisi economico-sociale era grande e quindi era difficile realizzare anche piccoli sogni, pertanto, l’idea di andare verso il Nuovo Mondo (Sud delle Americhe) cominciò a farsi strada nella mente del Sig. Pasquale.
Nel frattempo (1943) si sposa con la giovanissima Signorina Croce Fiore, della vicina città di Porto Empedocle. Una città famosa, anche per avere lo stesso nome del grande filosofo greco “Empedocle”. Nell’arco di pochi anni nascono i tre figli: Stefano, Pierina e Lina, ma considerata la situazione ad essere disastrosa, decide di sfidare la fortuna e nel contempo realizzare il sogno di andare nel Nuovo Mondo, quindi parte per Rio de Janeiro imbarcandosi su una nave.
Dopo circa quindici giorni di navigazione Pasquale arriva a Rio de Janeiro e la bellezza del luogo lo conquista subito, e, grazie, anche ai contatti, con altri italiani, che già vivevano in Brasile, riesce a trovare un lavoro come venditore ambulante di stoffe. In poco tempo, ma con molta volontà, si afferma nel settore e ben presto si presenta un’occasione di lavoro a Salvador di Bahia. Egli parte subito con la sua “gip”, strapiena di stoffe, un viaggio a dir poco avventuroso, di oltre una settimana, che lo porta a Salvador, dove viene ben accolto nel famoso Hotel San Bento. Qui il Sig. Pasquale racconta molti episodi, sia del viaggio da Rio de Janeiro a Salvador, che dei tanti viaggi per le città vicine.
L’attività di venditore ambulante si sviluppa e si trasforma in attività commerciale e quindi decide di fare arrivare tutta la famiglia a Salvador di Bahia. Dopo alcuni giorni di adattamento, nell’ambiente baiano ed in particolare alla cucina, diversa da quella siciliana ed italiana, la famiglia Parla costruisce il suo futuro. Il Sig. Pasquale coadiuvato da tutta la sua famiglia partecipa attivamente alla vita sociale baiana e della comunità italiana e per diversi anni ha fatto parte, anche, del direttivo della storica Casa d’Italia. I figlioli oltre che lavorare, col padre, studiano e si integrano nella società baiana, senza però dimenticare la cultura siciliana ed in particolare la struttura familiare che, congiuntamente alla formazione, la rendono più forte, pronta e competitiva, per affrontare le insidie della società.
Nel periodo degli anni 50-60-70 Salvador viveva una fase storica: ricca di tradizioni, di sviluppo e di crescita economico-sociale, permettendo alla famiglia del Sig. Pasquale di inserirsi nel commercio di stoffe, non solo a Salvador ma anche in altre città, come quella di Rio de Janeiro e San Paolo, creando così delle buone condizioni di vita.
Al Sig. Pasquale, nella lunga conversazione non sfugge di soffermarsi sulla realtà contemporanea di Salvador, asserendo che è una città completamente cambiata da quando era arrivato, sia dal punto di vista sociale che urbanistico e come tutte le metropoli moderne ha i suoi lati positivi e negativi.
Infine, con una certa “saudade”, fa presente che, da molto tempo, a causa delle non buone condizioni di salute, non è potuto ritornare nella sua terra natia e quindi gli manca. Però i suoi figlioli non hanno perso i contatti, infatti, spesso ritornano, sia a Siculiana che a Porto Empedocle, dove tutt’oggi vivono moltissimi parenti. Ma nonostante l’età e la lontananza, il Sig. Pasquale, si è sempre tenuto informato di tutto ciò che accade in Italia ed in Sicilia ma anche nella piccola città di Siculiana, dove è nato e trascorso la sua infanzia, e della vicina Porto Empedocle, dove è nata e cresciuta la moglie, Fiore Croce.
Infine il Sig. Pasquale sottolinea che è un assiduo lettore del giornale Italia News Brasile e grazie alle informazioni avute, anche dal corrispondente, per il Brasile, Salvatore Dimino, è venuto a conoscenza del progetto di scambi culturali e letterari, tra due grandi scrittori, il siciliano Andrea Camilleri, di Porto Empedocle, ed il baiano Jorge Amado. Il suo auspicio è che tale progetto culturale, sostenuto da vari Enti ed anche dall’ On.le Lillo Firetto, già sindaco di Porto Empedocle e adesso candidato a sindaco di Agrigento, si possa realizzare.